La montagna che incanta

Con l’arrivo del ‘Generale Inverno’ il paesaggio cambia.Il vento freddo del Nord e la neve contribuiscono a farci guardare con una visione diversa i profili dei pendii.

Quanta gioia ammirare la natura in questa sua bianca veste. L’emozione ci rapisce e, tutto d’un tratto, non sappiamo resistere. Cartina, previsioni nivo-meteo, zaino, sci, scarponi, Arva, sonda e pala ci stanno attendendo. La meta prevista sono le Piccole Dolomiti con la catena dei monti Lessini. Si imbocca la Val d’Illasi, venti km a est di Verona, fino al rifugio Revolto (1336 mt.) sopra Giazza, dove lasciamo l’auto.

Piccolo briefing per controllare l’attrezzatura e poi si parte.

Agli sci abbiamo applicato quelle che vengono chiamate ‘pelli di foca’ (negli anni venti erano di origine animale), strisce di materiale acrilico, che permettono di scorrere in avanti senza scivolare indietro. Un accessorio indispensabile nella pratica dello scialpinismo.

L’alba si sta rivelando in tutto il suo fascino. Si respira a pieni polmoni l’aria fredda del nuovo giorno che dona energia e resistenza.

Lungo il segnavia n.109, che parte dal rifugio Pertica (1530 mt.), raggiungiamo il rifugio Scalorbi dopo circa un’ora.

Ad un tratto un camoscio attraversa veloce il sentiero e, fermandosi sul il piccolo vaio sottostante, si ferma ad osservarci. Il nostro sguardo si incrocia stupito e, all’unisono, gli auguriamo ‘lunga vita’.

Facciamo una piccola pausa e approfittiamo dello splendido scenario che si presenta sulla vallata vicentina. Mentre le nubi scure avvolgono i paesi sottostanti ancora ‘assonnati’, poco sopra, i primi tenui raggi del sole iniziano a farsi spazio. Stratificazioni e contrasti di colore blu cobalto, verde, giallo e grigio fumé ci rapiscono. Subito accogliamo l’invito per scattare foto a ripetizione. Vorremmo però arrivare al rifugio Fraccaroli (2239 mt.). Il Vallon della teleferica, dal sentiero 108/bis, è ‘carico’ di neve ben coesa. Il passo sospinto si rivela senza impedimenti. Raggiungiamo una cornice posta a Est della traccia e notiamo che il Vajo dei Colori, un ripido canalone con una serie di forre e gole, si presenta in tutta la sua difficoltà (la pendenza varia dai 40° ai 50°).

Dopo altri 35 minuti arriviamo all’ultimo rifugio, di questo versante, del Carega.

Stacchiamo le pelli dagli scii, regoliamo gli scarponi e siamo pronti. Una magnifica discesa in una neve soffice come bambagia che ci permette di planare dolcemente lungo il pendio, disegnare serpentine e sollevare questa splendida ‘polvere di stelle’.

Quando potete, lasciate la frenesia quotidiana e immergetevi nella natura, una dimensione di libertà senza limiti. Buon divertimento.

 

 

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